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      Perché giudicando mediante quella vivere sicuri, e potere offendere i cittadini e sudditi loro, non perdonarono a alcuna generazione di violenza; talché, diventati sopra modo odiosi, perderono quello stato come prima il nimico gli assaltò: né quella fortezza gli difese, né fece loro nella guerra utile alcuno, e nella pace aveva fatto loro danno assai. Perché se non avessono avuto quella, e se per poca prudenza avessono agramente maneggiati i loro cittadini, arebbono scoperto il pericolo più tosto, e sarebbonsene ritirati; e arebbono poi potuto più animosamente resistere allo impeto francioso, co' sudditi amici sanza fortezza, che, con quelli inimici, con la fortezza: le quali non ti giovano in alcuna parte; perché, o le si perdono per fraude di chi le guarda, o per violenza di chi le assalta, o per fame. E se tu vuoi che le ti giovino, e ti aiutino ricuperare uno stato perduto, dove ti sia rimasa solo la fortezza; ti conviene avere uno esercito, con il quale tu possa assaltare colui che ti ha cacciato: e quando tu abbi questo esercito, tu riaresti lo stato in ogni modo, eziandio la fortezza non vi fosse; e tanto più facilmente, quanto gli uomini ti fossono più amici che non ti erano avendogli male trattati per l'orgoglio della fortezza. E per isperienza si è visto, come questa fortezza di Milano, né agli Sforzeschi né a' Franciosi, ne' tempi avversi dell'uno e dell'altro, non ha fatto a alcuno di loro utile alcuno, anzi a tutti ha arrecato danno e rovine assai, non avendo pensato, mediante quella, a più onesto modo di tenere quello stato.


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Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio
di Niccolò Machiavelli
pagine 427

   





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