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      Era la terra in acqua, e benissimo, di vettovaglie e di altre munizioni necessarie alla difesa, munita: tanto che Alessandro, dopo quattro mesi, si avvide che una città gli toglieva quel tempo alla sua gloria che non gli avevano tolto molti altri acquisti; e diliberò di tentare lo accordo, e concedere loro quello che per loro medesimi avevano domandato. Ma quegli di Tiro, insuperbiti, non solamente non vollero accettare lo accordo, ma ammazzarono chi venne a praticarlo. Di che Alessandro sdegnato, con tanta forza si misse alla ispugnazione, che la prese, disfece, ed ammazzò e fece schiavi gli uomini.
      Venne, nel 1512, uno esercito spagnuolo in sul dominio fiorentino per rimettere i Medici in Firenze, e taglieggiare la città, condotti da cittadini d'entro, i quali avevano dato loro speranza, che, subito fussono in sul dominio fiorentino, piglierebbero l'armi in loro favore; ed essendo entrati nel piano, e non si scoprendo alcuno, ed avendo carestia di vettovaglie, tentarono l'accordo: di che insuperbito il popolo di Firenze, non lo accettò: donde ne nacque la perdita di Prato, e la rovina di quello stato. Non possono, pertanto, i principi, che sono assaltati, fare il maggiore errore, quando lo assalto è fatto da uomini di gran lunga più potenti di loro, che recusare ogni accordo, massime quando egli è offerto: perché non sarà mai offerto sì basso, che non vi sia dentro in qualche parte il bene essere di colui che lo accetta, e vi sarà parte della sua vittoria. Perché e' doveva bastare al popolo di Tiro, che Alessandro accettasse quelle condizioni ch'egli aveva prima rifiutate ed era assai vittoria la loro, quando con l'arme in mano avevano fatto condiscendere uno tanto uomo alla voglia loro.


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Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio
di Niccolò Machiavelli
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