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      Però, debbono con ogni industria dissimularla; perché i congiurati, veggendosi scoperti, cacciati da necessità, operano sanza rispetto. In esemplo ci sono i Romani; i quali, avendo lasciate due legioni di soldati a guardia de' Capovani contro ai Sanniti, come altrove dicemo, congiurarono quelli capi delle legioni insieme di opprimere i Capovani: la quale cosa intesasi a Roma, commissono a Rutilio nuovo Consolo che vi provvedesse; il quale, per addormentare i congiurati, pubblicò come il Senato aveva raffermo le stanze alle legioni capovane. Il che credendosi quelli soldati, e parendo loro avere tempo ad esequire il disegno loro, non cercarono di accelerare la cosa; e così stettono infino che cominciarono a vedere che il Consolo gli separava l'uno dall'altro: la quale cosa generò in loro sospetto, fece che si scopersono e mandarono ad esecuzione la voglia loro. Né può essere questo maggiore esemplo nell'una e nell'altra parte: perché per questo si vede, quanto gli uomini sono lenti nelle cose dove credono avere tempo, e quanto e' sono presti dove la necessità gli caccia. Né può uno principe o una republica, che vuole differire lo scoprire una congiura a suo vantaggio, usare termine migliore che offerire, di prossimo, occasione con arte ai congiurati acciocché, aspettando quella, o parendo loro avere tempo, diano tempo a quello o a quella a gastigarli. Chi ha fatto altrimenti, ha accelerato la sua rovina: come fece il duca di Atene, e Guglielmo de' Pazzi. Il duca, diventato tiranno di Firenze, ed intendendo esserli congiurato contro, fece, sanza esaminare altrimenti la cosa, pigliare uno de' congiurati: il che fece subito pigliare l'armi agli altri; e torgli lo stato.


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Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio
di Niccolò Machiavelli
pagine 427

   





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