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      Appresso, s'ingannano nelle cose loro, ed in quelle, massime, che desiderono assai; talché, o per poca pazienza o per ingannarsene, entrerebbero in impresa contro a tempo, e capiterebbono male. Però è bisogno, a volere pigliare autorità in una republica e mettervi trista forma, trovare la materia disordinata dal tempo, e che, a poco a poco, e di generazione in generazione, si sia condotta al disordine: la quale vi si conduce di necessità, quando la non sia, come di sopra si discorse, spesso rinfrescata di buoni esempli, o con nuove leggi ritirata verso i principii suoi. Sarebbe, dunque, stato Manlio uno uomo raro e memorabile, se e' fussi nato in una città corrotta. E però debbeno i cittadini che nelle republiche fanno alcuna impresa o in favore della libertà o in favore della tirannide, considerare il suggetto che eglino hanno, e giudicare da quello la difficultà delle imprese loro. Perché tanto è difficile e pericoloso volere fare libero uno popolo che voglia vivere servo, quanto è volere fare servo uno popolo che voglia vivere libero. E perché di sopra si dice, che gli uomini nell'operare debbono considerare le qualità de' tempi e procedere secondo quegli, ne parlereno a lungo nel sequente capitolo.
     
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      Come conviene variare co' tempi
      volendo sempre avere buona fortuna.
     
     
      Io ho considerato più volte come la cagione della trista e della buona fortuna degli uomini è riscontrare il modo del procedere suo con i tempi: perché e' si vede che gli uomini nelle opere loro procedono, alcuni con impeto, alcuni con rispetto e con cauzione.


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Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio
di Niccolò Machiavelli
pagine 427

   





Manlio