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      E benché di alcuno ne abbi discorso altrove, voglio al presente non ne tacere uno importantissimo. Quando questi principi oziosi, o republiche effeminate, mandono fuora uno loro capitano, la più savia commissione che paia loro dargli, è quando gl'impongono che per alcuno modo venga a giornata, anzi, sopra ogni cosa, si guardi dalla zuffa; e parendo loro, in questo, imitare la prudenza di Fabio Massimo, che, differendo il combattere, salvò lo stato ai Romani, non intendono che, la maggiore parte delle volte, questa commissione è nulla o è dannosa. Per che si debbe pigliare questa conclusione: che uno capitano, che voglia stare alla campagna, non può fuggire la giornata, qualunque volta il nemico la vuole fare in ogni modo. E non è altro questa commissione che dire: fa' la giornata a posta del nimico, e non a tua. Perché a volere stare in campagna, e non fare la giornata, non ci è altro rimedio sicuro che porsi cinquanta miglia almeno discosto al nimico; e di poi tenere buone spie, che, venendo quello verso di te, tu abbi tempo a discostarti. Uno altro partito ci è; inchiudersi in una città. E l'uno e l'altro di questi due partiti è dannosissimo. Nel primo si lascia in preda il paese suo al nimico; ed uno principe valente vorrà più tosto tentare la fortuna della zuffa, che allungare la guerra con tanto danno de' sudditi. Nel secondo partito è la perdita manifesta; perché e' conviene che, riducendoti con uno esercito in una città, tu venga ad essere assediato, ed in poco tempo patire fame, e venire a dedizione.


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Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio
di Niccolò Machiavelli
pagine 427

   





Fabio Massimo Romani