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      Talmenteché, se a Vinegia e negli ordini loro fosse stata alcuna qualità di virtù, facilmente si potevano rifare, e rimostrare di nuovo il viso alla fortuna, ed essere a tempo o a vincere o a perdere più gloriosamente, o ad avere accordo più onorevole. Ma la viltà dello animo loro, causata dalla qualità de' loro ordini non buoni nelle cose della guerra, gli fece ad un tratto perdere lo stato e l'animo. E sempre interverrà così a qualunque si governa come loro. Perché questo diventare insolente nella buona fortuna ed abietto nella cattiva, nasce dal modo del procedere tuo, e dalla educazione nella quale ti se' nutrito: la quale, quando è debole e vana, ti rende simile a sé; quando è stata altrimenti, ti rende anche d'un'altra sorte; e, faccendoti migliore conoscitore del mondo, ti fa meno rallegrare del bene, e meno rattristare del male. E quello che si dice d'uno solo, si dice di molti che vivono in una republica medesima; i quali si fanno di quella perfezione, che ha il modo del vivere di quella.
      E benché altra volta si sia detto come il fondamento di tutti gli stati è la buona milizia; e come, dove non è questa, non possono essere né leggi buone né alcuna altra cosa buona, non mi pare superfluo riplicarlo: perché ad ogni punto nel leggere questa istoria si vede apparire questa necessità; e si vede come la milizia non puoté essere buona, se la non è esercitata; e come la non si può esercitare, se la non è composta di tuoi sudditi. Perché sempre non si sta in guerra, né si può starvi.


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Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio
di Niccolò Machiavelli
pagine 427

   





Vinegia