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      E che questo si usasse a Roma, ne rende testimonio l'orazione di Fabio Massimo, la quale ei fece al popolo nella seconda guerra punica, quando nella creazione de' Consoli i favori si volgevano a creare Tito Ottacilio; e giudicandolo Fabio insufficiente a governare in quelli tempi il consolato, gli parlò contro, mostrando la insufficienza sua; tanto che gli tolse quel grado, e volse i favori del popolo a chi più lo meritava che lui. Giudicano, adunque, i popoli, nella elezione a' magistrati, secondo quelli contrassegni che degli uomini si possono avere più veri; e quando ei possono essere consigliati come i principi, errano meno de' principi: e quel cittadino che voglia cominciare a avere i favori del popolo, debbe con qualche fatto notabile, come fece Tito Manlio, guadagnarseli.
     
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      Quali pericoli si portano
      nel farsi capo a consigliare una cosa;
      e, quanto ella ha più dello istraordinario,
      maggiori pericoli vi si corrono.
     
     
      Quanto sia cosa pericolosa farsi capo d'una cosa nuova che appartenga a molti, e quanto sia difficile a trattarla ed a condurla, e, condotta, a mantenerla, sarebbe troppo lunga e troppo alta materia a discorrerla: però, riserbandola a luogo più conveniente, parlerò solo di quegli pericoli che portano i cittadini, o quelli che consigliano uno principe a farsi capo d'una diliberazione grave ed importante, in modo che tutto il consiglio di essa sia imputato a lui. Perché, giudicando gli uomini le cose dal fine, tutto il male che ne risulta s'imputa allo autore del consiglio; e, se ne risulta bene, ne è commendato: ma di lunge il premio non contrappesa a il danno.


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Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio
di Niccolò Machiavelli
pagine 427

   





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