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      La città di Genova e tutte le sue riviere furono, in questi tempi, da' Saraceni disfatte, donde ne nacque la grandezza della città di Pisa, nella quale assai popoli, cacciati della patria sua, ricorsono. Le quali cose seguirono negli anni della cristiana religione 931. Ma, fatto imperadore Ottone, figliuolo di Errico e di Mattelda, duca di Sassonia, uomo prudente e di grande reputazione, Agabito papa si volse a pregarlo venisse in Italia, a trarla di sotto alla tirannide de' Berengari.
     
     
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      Erano gli stati di Italia, in questi tempi, così ordinati: la Lombardia era sotto a Berengario III e Alberto suo figliuolo; la Toscana e la Romagna per uno ministro dello imperadore occidentale era governata; la Puglia e la Calavria parte allo imperadore greco parte a' Saraceni ubbidiva; in Roma si creavano ciascuno anno duoi consoli della nobilità, i quali secondo lo antico costume la governavano; aggiugnevasi a questo uno prefetto, che rendeva ragione al popolo; avevano un consiglio di dodici uomini, i quali distribuivano i rettori, ciascuno anno, per le terre a loro sottoposte. Il papa aveva, in Roma e in tutta Italia, più o meno autorità, secondo che erano i favori delli imperadori, o di quelli che erano più potenti in essa. Ottone imperadore, adunque, venne in Italia e tolse il regno a' Berengari, che avevono regnato in quella cinquantacinque anni, e restituì le sue dignità al pontefice. Ebbe costui uno figliuolo e uno nipote, chiamati ancora loro Ottone, i quali, l'uno apresso l'altro, successono dopo di lui allo Imperio.


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Istorie fiorentine
di Niccolò Machiavelli
pagine 526

   





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