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      E parendogli potere tentare ogni cosa securamente, fece intendere a' Signori come e' giudicava, per il bene della città, necessario gli fusse concessa la signoria libera; e perciò desiderava, poi che tutta la città vi consentiva, che loro ancora vi consentissero. I Signori, avvenga che molto innanzi avessero la rovina della patria loro preveduto, tutti a questa domanda si perturborono, e con tutto che ei conoscessero il loro pericolo, non di meno per non mancare alla patria, animosamente gliene negorono. Aveva il Duca, per dare di sé maggior segno di religione e di umanità, eletto per sua abitazione il convento de' Fra' Minori di Santa Croce; e desideroso di dare effetto al maligno suo pensiero, fece per bando publicare che tutto il popolo, la mattina seguente, fusse alla piazza di Santa Croce, davanti a lui. Questo bando sbigottì molto più i Signori, che prima non avevono fatto le parole; e con quelli cittadini i quali della patria e della libertà giudicavano amatori si ristrinsono; né pensorono, cognosciute le forze del Duca, di potervi fare altro rimedio che pregarlo, e vedere, dove le forze non erano suffizienti, se i preghi o a rimuoverlo dalla impresa o a fare la sua signoria meno acerba bastavano. Andorono per tanto parte de' Signori a trovarlo, e uno di loro gli parlò in questa sentenza: - Noi vegniamo, o Signore, a voi, mossi prima da le vostre domande, di poi dai comandamenti che voi avete fatti per ragunare il popolo; perché ci pare essere certi che voi vogliate estraordinariamente ottenere quello che per lo ordinario noi non vi abbiamo acconsentito.


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Istorie fiorentine
di Niccolò Machiavelli
pagine 526

   





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