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      I popolani ancora agli altri la mente loro significorono, e mentre i Grandi si ordinavano, con gli aiuti, alla difesa de' loro Signori, non parve al popolo di aspettare che fussero ad ordine, e corse armato al Palagio, gridando che voleva che i Grandi rinunziassero al magistrato. Il romore e il tumulto era grande: i Signori si vedevono abbandonati, perché i Grandi, veggendo tutto il popolo armato, non si ardirono a pigliare le armi, e ciascuno si stette dentro alle case sue; di modo che i Signori popolani, avendo fatto prima forza di quietare il popolo, affermando quelli loro compagni essere uomini modesti e buoni, e non avendo potuto per meno reo partito alle case loro gli rimandorono, dove con fatica salvi si condussono. Partiti i Grandi di Palagio, fu tolto ancora l'uficio ai quattro consiglieri grandi, e fecionne infino in dodici popolani; e gli otto Signori che restorono feciono uno gonfaloniere di giustizia e sedici gonfalonieri delle Compagnie del popolo, e riformorono i Consigli in modo che tutto il governo nello arbitrio del popolo rimase.
     
     
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      Era, quando queste cose seguirono, carestia grande nella città; di modo che i Grandi e il popolo minuto erano mal contenti, questo per la fame, quelli per avere perdute le dignità loro: la qual cosa dette animo a messer Andrea Strozzi di potere occupare la libertà della città. Costui vendeva il suo grano minore pregio che gli altri, e per questo alle sue case molte genti concorrevano; tanto che prese ardire di montare una mattina a cavallo, e con alquanti di quelli dietro, chiamare il popolo alle armi; e in poco di ora ragunò più di 4000 uomini insieme, con i quali se n'andò in piazza de' Signori, e che fusse loro aperto il Palagio domandava.


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Istorie fiorentine
di Niccolò Machiavelli
pagine 526

   





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