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      E stando in questa maniera, non parve al popolo di differire più la zuffa; e i primi che si mossono furono i Medici e i Rondinegli i quali assalirono i Cavicciuli da quella parte che, per la piazza di San Giovanni, entra alle case loro. Quivi la zuffa fu grande, perché dalle torri erano percossi con i sassi, e da basso con le balestre feriti. Durò questa battaglia tre ore; e tuttavia il popolo cresceva, tanto che i Cavicciuli, veggendosi dalla moltitudine sopraffare, e mancare di aiuti, si sbigottirono e si rimissono nella podestà del popolo; il quale salvò loro le case e le sustanze; solo tolse loro le armi, e a quelli comandò che per le case de' popolani loro parenti e amici, disarmati, si dividessero. Vinto questo primo assalto, furono i Donati e i Pazzi ancora loro facilmente vinti per essere meno potenti di quelli. Solo restavano, di qua d'Arno, i Cavalcanti i quali di uomini e di sito erano forti: non di meno, vedendosi tutti i gonfaloni contro, e gli altri da tre gonfaloni soli essere stati superati, senza fare molta difesa si arrenderono. Erano già le tre parti della città nelle mani del popolo: restavane una nel potere de' Grandi ma la più difficile, sì per la potenza di quelli che la difendevano, sì per il sito, sendo dal fiume d'Arno guardata; talmente che bisognava vincere i ponti, i quali ne' modi di sopra dimostri erano difesi. Fu per tanto il Ponte Vecchio il primo assaltato; il quale fu gagliardamente difeso, perché le torri armate, le vie sbarrate e le sbarre da ferocissimi uomini guardate erano: tanto che il popolo fu con grave suo danno ributtato.


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Istorie fiorentine
di Niccolò Machiavelli
pagine 526

   





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