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      Ciascuno si accordava a questo; ma discordavano del tempo.
     
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      Correva allora lo anno 1378, ed era il mese di aprile; e a messer Lapo non pareva di differire, affermando niuna cosa nuocere tanto al tempo quanto il tempo, e a loro massime, potendo nella seguente Signoria essere facilmente Salvestro de' Medici gonfaloniere, il quale alla setta loro contrario cognoscevano. A Piero degli Albizzi, da l'altro canto, pareva da differire, perché giudicava bisognassero forze, e quelle non essere possibile, sanza dimostrazione, raccozzare, e quando fussero scoperti, in manifesto pericolo incorrerebbono. Giudicava per tanto essere necessario che il propinquo San Giovanni si aspettasse; nel quale tempo, per essere il più solenne giorno della città assai moltitudine in quella concorre, intra la quale potrebbono allora quanta gente volessero nascondere, e per rimediare a quello che di Salvestro si temeva, si ammunisse; e quando questo non paresse da fare, si ammunisse uno di Collegio del suo quartiere, e ritraendosi lo scambio, per essere le borse vote, poteva facilmente la sorte fare che quello o qualche suo consorte fusse tratto, che gli torrebbe la facultà di potere sedere gonfaloniere. Fermorono per tanto questa deliberazione; ancora che messer Lapo mal volentieri vi acconsentisse, giudicando il differire nocivo, e mai il tempo non essere al tutto commodo a fare una cosa, in modo che chi aspetta tutte le commodità, o e' non tenta mai cosa alcuna, o, se la tenta, la fa il più delle volte a suo disavantaggio.


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Istorie fiorentine
di Niccolò Machiavelli
pagine 526

   





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