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      Onde che, vedendo di non potere più in alcuna cosa alla republica né al bene universale giovare, non sapeva per qual cagione si aveva a tenere più il magistrato; il quale o egli non meritava, o altri credeva che non meritasse; e per questo se ne voleva ire a casa, acciò che quel popolo potesse porre in suo luogo un altro, che avesse o maggiore virtù o migliore fortuna di lui. E dette queste parole, si partì di Consiglio per andarne a casa.
     
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      Quelli che, in Consiglio, erano della cosa consapevoli, e quelli altri che desideravano novità, levorono il romore: al quale i Signori e i Collegi corsono; e veduto il loro Gonfaloniere partirsi, con prieghi e con autorità lo ritennano, e lo ferono in Consiglio, il quale era pieno di tumulto, ritornare: dove molti nobili cittadini furono con parole ingiuriosissime minacciati, intra i quali Carlo Strozzi fu da uno artefice preso per il petto e voluto ammazzare, e con fatica fu da' circunstanti difeso. Ma quello che suscitò maggiore tumulto e messe in arme la città fu Benedetto degli Alberti; il quale, dalle finestre del Palagio, con alta voce chiamò il popolo alle armi; e subito fu piena la Piazza di armati; donde che i Collegi quello che prima, pregati, non avevono voluto fare, minacciati e impauriti feciono. I Capitani di parte, in questo medesimo tempo, avevono assai cittadini nel loro palagio ragunati, per consigliarsi come si avessero contro all'ordine de' Signori a difendere; ma come si sentì levato il romore e si intese quello che per i Consigli si era deliberato, ciascuno si rifuggì nelle case sue.


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Istorie fiorentine
di Niccolò Machiavelli
pagine 526

   





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