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      Fece di poi ragunare i sindachi delle Arti, e creò la Signoria: quattro della plebe minuta, duoi per le maggiori e duoi per le minori Arti. Fece, oltra di questo, nuovo squittino, e in tre parti divise lo stato; e volle che l'una di quelle alle nuove Arti, l'altra alle minori, la terza alle maggiori toccasse. Dette a messer Salvestro de' Medici l'entrate delle botteghe del Ponte Vecchio, a sé la podesteria di Empoli; e a molti altri cittadini amici della plebe fece molti altri benefizi, non tanto per ristorargli delle opere loro, quanto perché d'ogni tempo contro alla invidia lo difendessero.
     
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      Parve alla plebe che Michele, nel riformare lo stato, fusse stato a' maggiori popolani troppo partigiano; né pareva avere loro tanta parte nel governo quanta, a mantenersi in quello e potersi difendere, fusse di avere necessario; tanto che, dalla loro solita audacia spinti, ripresono le armi, e tumultuando, sotto le loro insegne, in Piazza ne vennono; e che i Signori in ringhiera per deliberare nuove cose a proposito della securtà e bene loro scendessero domandavano. Michele, veduta la arroganza loro, per non gli fare più sdegnare, senza intendere altrimenti quello che volessero, biasimò il modo che nel domandare tenevano, e gli confortò a posare le armi, e che allora sarebbe loro conceduto quello che per forza non si poteva con dignità della Signoria concedere. Per la qual cosa la moltitudine, sdegnata contro al Palagio, a Santa Maria Novella si ridusse; dove ordinorono infra loro otto capi, con ministri e altri ordini che dettono loro e reputazione e reverenzia: tale che la città aveva duoi seggi ed era da duoi diversi principi governata.


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Istorie fiorentine
di Niccolò Machiavelli
pagine 526

   





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