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      E perché infra gli altri che questa qualità di governo favorivano furono messer Giorgio Scali, messer Benedetto Alberti, messer Salvestro de' Medici e messer Tommaso Strozzi, quasi che principi della città rimasono. Queste cose così procedute e governate la già cominciata divisione tra i popolani nobili e i minori artefici, per la ambizione de' Ricci e degli Albizzi, confermorono: dalla quale perché seguirono in varii tempi di poi effetti gravissimi, e molte volte se ne arà a fare menzione, chiamereno l'una di queste parte popolare e l'altra plebea. Durò questo stato tre anni, e di esili e di morti fu ripieno, perché quelli che governavano, in grandissimo sospetto, per essere dentro e di fuora molti mali contenti, vivevano: i mali contenti di dentro o e' tentavano o e' si credevano che tentassino ogni dì cose nuove; quelli di fuora, non avendo rispetto che gli frenasse, ora per mezzo di quello principe, ora di quella republica, varii scandoli, ora in questa ora in quella parte, seminavano.
     
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      Trovavasi in questi tempi a Bologna Giannozzo da Salerno, capitano di Carlo di Durazzo, disceso de' Reali di Napoli, il quale, disegnando fare la impresa del Regno contro alla reina Giovanna, teneva questo suo capitano in quella città, per i favori che da papa Urbano, nimico della Reina, gli erano fatti. Trovavansi a Bologna ancora molti fuori usciti fiorentini, i quali seco e con Carlo strette pratiche tenevano; il che era cagione che in Firenze per quelli che reggevano con grandissimo sospetto si vivesse, e che si prestasse facilmente fede alle calunnie di quelli cittadini che erano sospetti.


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Istorie fiorentine
di Niccolò Machiavelli
pagine 526

   





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