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      E andava negli orecchi di questo e quell'altro cittadino questa sua opinione seminando, mostrando come e' non si poteva altrimenti quietare il popolo e gli umori delle parti fermare; né aspettava altro che di essere de' Signori, a mandare ad effetto questo suo desiderio. E perché nelle azioni nostre lo indugio arreca tedio e la fretta pericolo, si volse, per fuggire il tedio, a tentare il pericolo. Erano de' Signori Michele Acciaiuoli suo consorte e Niccolò Ricoveri suo amico, donde parve a messer Donato che gli fusse data occasione da non la perdere, e gli richiese che dovessero preporre una legge a' Consigli, nella quale si contenesse la restituzione de' cittadini. Costoro, persuasi da lui, ne parlorono con i compagni, i quali risposono che non erano per tentare cose nuove, dove lo acquisto è dubio e il pericolo certo. Onde che messer Donato, avendo prima invano tutte le vie tentate, mosso da ira fece intendere loro come, poi che non volevono che la città con i partiti in mano si ordinasse la si ordinerebbe con le armi. Le quali parole tanto dispiacquero che, comunicata la cosa con i principi del governo, fu messer Donato citato; e comparso, fu da quello a chi egli aveva commessa la imbasciata convinto, tale che fu a Barletta confinato. Furono ancora confinati Alamanno e Antonio de' Medici, con tutti quelli che di quella famiglia da messer Alamanno discesi erano, insieme con molti artefici ignobili, ma di credito appresso alla plebe. Le quali cose seguirono duoi anni poi che da messer Maso era stato ripreso lo stato.


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Istorie fiorentine
di Niccolò Machiavelli
pagine 526

   





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