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      Di poi rivolse il parlare a messer Rinaldo, e disse: - E voi, se vi ricordasse delle cose seguite, e con quali inganni in questa città si cammina, saresti meno caldo in questa deliberazione; perché chi la consiglia, tolta che gli avesse, con le forze vostre, l'autorità al popolo, la torrebbe a voi con lo aiuto di quello, che vi sarebbe diventato, per questa ingiuria, inimico; e vi interverrebbe come a messer Benedetto Alberti, il quale consentì, per le persuasioni di chi non lo amava, alla rovina di messer Giorgio Scali e di messer Tommaso Strozzi, e poco di poi, da quelli medesimi che lo persuasono, fu mandato in esilio -. Confortollo per tanto a pensare più maturamente alle cose, e a volere imitare suo padre, il quale, per avere la benivolenza universale, scemò il pregio al sale, provide che chi avesse meno d'uno mezzo fiorino di gravezza potesse pagarla o no, come gli paresse, volle che il dì che si ragunavano i Consigli ciascuno fusse sicuro da' suoi creditori. E in fine gli concluse che era, per quanto si apparteneva a lui, per lasciare la città negli ordini suoi.
     
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      Queste cose, così praticate, s'intesono fuori, e accrebbono a Giovanni riputazione e agli altri cittadini odio. Dalla quale egli si discostava, per dare meno animo a coloro che disegnassero, sotto i favori suoi, cose nuove; e in ogni suo parlare faceva intendere a ciascuno che non era per nutrire sette, ma per spegnerle, e, quanto a lui si aspettava, non cercava altro che la unione della città: di che molti che seguivano le parti sue erano mali contenti, perché arebbono voluto che si fusse nelle cose mostro più vivo.


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Istorie fiorentine
di Niccolò Machiavelli
pagine 526

   





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