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      Del quale se avanti alla rovina nostra avessimo conosciuto l'avarizia ci saremmo sforzati il suo ingordo animo, ancora che non abbi né misura ne fondo, riempiere, e aremmo per quella via, con parte delle sustanze nostre, salvate l'altre, ma poi che non siamo più a tempo, abbiamo voluto ricorrere a voi, e pregarvi soccorriate alla infelicità de' vostri subietti, acciò che gli altri uomini non si sbigottischino, per lo esemplo nostro, a venire sotto lo imperio vostro. E quando non vi muovino gli infiniti mali nostri, vi muova la paura dell'ira di Dio, il quale ha veduto i suoi templi saccheggiati e arsi, e il popolo nostro tradito nel grembo suo -. E detto questo si gittorono in terra, gridando e pregando che fusse loro renduto la roba e la patria; e facessero restituire (poi che non si poteva l'onore) almeno le moglie a' mariti, e a' padri le figliuole. L'atrocità della cosa, saputa prima, e di poi dalle vive voci di quelli che la avevano sopportata intesa, commosse il magistrato; e sanza differire si fece tornare Astorre, e di poi fu condannato e ammunito. Ricercossi de' beni de' Seravezzesi e quelli che si poterono trovare si restituirono, degli altri furono dalla città, con il tempo, in varii modi sodisfatti.
     
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      Messer Rinaldo degli Albizzi dall'altra parte era diffamato ch'egli faceva la guerra non per utilità del popolo fiorentino, ma sua, e come, poi che fu commissario, gli era fuggito dell'animo la cupidità del pigliare Lucca, perché gli bastava saccheggiare il contado e riempire le possessioni sue di bestiame e le case sua di preda; e come non gli bastavano le prede che da' suoi satelliti per propria utilità si facevano, che comperava quelle de' soldati, tale che di commissario era diventato mercatante.


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Istorie fiorentine
di Niccolò Machiavelli
pagine 526

   





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