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      Ma noi abbiamo molto più da temere, sendo la nostra parte smembrata e quella degli avversarii intera. La prima cosa, Neri di Gino e Nerone di Nigi, duoi de' primi cittadini nostri, non si sono mai dichiarati in modo che si possa dire che sieno più amici nostri che loro. Sonci assai famiglie, anzi assai case, divise; perché molti, per invidia de' frategli o de' congiunti, disfavoriscono noi, e favoriscono loro. Io te ne voglio ricordare alcuno de' più importanti: gli altri considererai tu per te medesimo. De' figliuoli di messer Maso degli Albizzi, Luca, per invidia di messer Rinaldo, si è gittato dalla parte loro; in casa e Guicciardini, de' figliuoli di messer Luigi, Piero è nimico a messer Giovanni, e favorisce gli avversarii nostri; Tommaso e Niccolò Soderini apertamente, per lo odio portono a Francesco loro zio, ci fanno contro. In modo che, se si considera bene quali sono loro e quali siamo noi, io non so perché più si merita di essere chiamata la parte nostra nobile che la loro. E se fusse perché loro sono seguitati da tutta la plebe, noi siamo per questo, in peggiore condizione, e loro in migliore; e in tanto che, se si viene alle armi o a' partiti, noi non siamo per potere resistere. E se noi stiamo ancora nella dignità nostra, nasce dalla reputazione antica di questo stato, la quale si ha per cinquanta anni conservata; ma come e' si venisse alla pruova, e che e' si scoprisse la debolezza nostra, noi ce la perderemmo. E se tu dicessi che la giusta cagione che ci muove accrescerebbe a noi credito e a loro lo torrebbe, ti rispondo che questa giustizia conviene che sia intesa e creduta da altri come da noi; il che è tutto il contrario; perché la cagione che ci muove è tutta fondata in sul sospetto che non si faccia principe di questa città: se questo sospetto noi lo abbiamo, non lo hanno gli altri; anzi, che è peggio, accusono noi di quello che noi accusiamo lui.


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Istorie fiorentine
di Niccolò Machiavelli
pagine 526

   





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