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      Standosi la cosa adunque in questa maniera, sanza fare alcuna necessaria provisione, fu trovata una lettera scritta da messer Agnolo Acciaiuoli a Cosimo, la quale gli mostrava la disposizione della città verso di lui, e lo confortava a fare che si movesse qualche guerra, e a farsi amico Neri di Gino; perché giudicava, come la città avesse bisogno di danari, non si troverebbe chi la servisse, e verrebbe la memoria sua a rinfrescarsi ne' cittadini e il desiderio di farlo ritornare, e se Neri si smembrasse da messer Rinaldo, quella parte indebolirebbe tanto che la non sarebbe sufficiente a defendersi. Questa lettera, venuta nelle mani de' magistrati, fu cagione che messer Agnolo fusse preso, collato e mandato in esilio. Né per tale esemplo si frenò in alcuna parte l'umore che favoriva Cosimo. Era di già girato quasi che l'anno dal dì che Cosimo era stato cacciato, e venendo il fine di agosto 1434, fu tratto gonfalonieri per i duoi mesi futuri Niccolò di Cocco, e con quello otto Signori tutti partigiani di Cosimo; di modo che tale Signoria spaventò messer Rinaldo e tutta la sua parte. E perché avanti che i Signori prendino il magistrato eglino stanno tre giorni privati, messer Rinaldo fu di nuovo con i capi della parte sua; e mostrò loro il certo e propinquo periculo e che il rimedio era pigliare le armi e fare che Donato Velluti, il quale allora sedeva gonfalonieri, ragunasse il popolo in Piazza, facesse nuova balia, privasse i nuovi Signori del magistrato, e se ne creasse de' nuovi, a proposito dello stato, e si ardessero le borse e con nuovi squittini, si riempiessero di amici.


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Istorie fiorentine
di Niccolò Machiavelli
pagine 526

   





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