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      Voi sapete con quanta rabbia i Fiorentini più volte ci abbino assaltati, e con quanta gloria noi ci siamo difesi da loro: e molte volte non abbiamo avuto altra speranza che in Dio e nel tempo; e l'uno e l'altro ci ha conservati. E se allora ci difendemmo, qual cagione è che ora noi non ci dobbiamo defendere? Allora tutta Italia ci aveva loro lasciati in preda; ora abbiamo il Duca per noi, e dobbiamo credere che i Viniziani saranno lenti alle nostre offese, come quelli ai quali dispiace che la potenza de' Fiorentini accresca. L'altra volta i Fiorentini erano più sciolti, e avieno più speranza di aiuti, e per loro medesimi erano più potenti; e noi savamo in ogni parte più deboli, perché allora noi defendavamo uno tiranno ora difendiamo noi; allora la gloria della difesa era di altri, ora è nostra; allora questi ci assaltavano uniti, ora disuniti ci assaltano, avendo piena di loro rebegli tutta Italia. Ma quando queste speranze non ci fussino, ci debbe fare ostinati alle difese una ultima necessità. Ogni nimico debbe essere da voi ragionevolmente temuto, perché tutti vorranno la gloria loro e la rovina vostra; ma sopra tutti gli altri ci debbono i Fiorentini spaventare, perché a loro non basterebbe la ubbidienza e i tributi nostri con lo imperio di questa nostra città, ma vorrebbono le persone e le sustanze nostre, per potere con il sangue la loro crudeltà, e con la roba la loro avarizia saziare: in modo che ciascheduno, di qualunque sorte, gli debbe temere. E però non vi muovino vedere guastati i vostri campi, arse le vostre ville, occupate le vostre terre; perché, se noi salviamo questa città, quelle di necessità si salveranno; se noi la perdiamo, quelle sanza nostra utilità si sarebbono salvate; perché, mantenendoci liberi, le può con difficultà il nimico nostro possedere; perdendo la libertà, noi invano le possederemmo.


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Istorie fiorentine
di Niccolò Machiavelli
pagine 526

   





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