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      Fatta questa deliberazione, s'intese subito a Firenze come il Duca si ordinava a mandare gente in Toscana, il che fece a' Fiorentini cominciare a perdere la speranza della loro impresa, e perché il Duca fusse occupato in Lombardia, sollecitavano i Viniziani a strignerlo con tutte le forze loro. Ma quelli ancora si trovavano impauriti, per averli il marchese di Mantova abbandonati, ed essere ito a' soldi del Duca; e però, trovandosi come disarmati, rispondevono non potere, non che ingrossare, mantenere quella guerra, se non mandavano loro il conte Francesco, che fusse capo del loro esercito, ma con patto che si obligasse a passare con la persona il Po. Né volevono stare alli antichi accordi dove quello non era obligato a passarlo, perché senza capitano non volevono fare guerra, né potevono sperare in altro che nel Conte; e del Conte non si potevono valere, se non si obligava a far la guerra in ogni loco. A' Fiorentini pareva necessario che la guerra si facesse in Lombardia gagliarda; dall'altro canto, rimanendo sanza il Conte, vedevono la impresa di Lucca rovinata; e ottimamente cognoscevano questa domanda essere fatta da' Viniziani, non tanto per necessità avessino del Conte, quanto per sturbare loro quello acquisto. Dall'altra parte il Conte era per andare in Lombardia ad ogni piacere della lega; ma non voleva alterare lo obligo, come quello che desiderava non si privare di quella speranza quale aveva del parentado promissogli dal Duca. Erano adunque i Fiorentini distratti da due diverse passioni, e da la voglia di avere Lucca, e dal timore della guerra con il Duca.


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Istorie fiorentine
di Niccolò Machiavelli
pagine 526

   





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