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      È Marradi uno castello posto a piè delle alpi che dividono la Toscana dalla Romagna, ma da quella parte che guarda verso Romagna, e nel principio di Val di Lamona; e benché sia senza mura, non di meno il fiume, i monti e gli abitatori lo fanno forte; perché gli uomini sono armigeri e fedeli, e il fiume in modo ha roso il terreno, e ha sì alte le grotte sue, che a venirvi di verso la valle è impossibile, qualunque volta un picciol ponte, che è sopra il fiume, fusse difeso; e dalla parte de' monti sono le ripe sì aspre che rendono quel sito sicurissimo. Non di meno la viltà di messer Bartolomeo rendé e quelli uomini vili e quel sito debolissimo; perché non prima e' sentì il romore delle genti inimiche, che, lasciato ogni cosa in abbandono, con tutti i suoi se ne fuggì; né si fermò prima che al Borgo a San Lorenzo. Niccolò, entrato ne' luoghi abbandonati pieno di maraviglia che non fussero difesi e di allegrezza di avergli acquistati, scese in Mugello; dove occupò alcune castella; e a Pulicciano fermò il suo esercito, donde scorreva tutto il paese infino a' monti di Fiesole. E fu tanto audace che passò Arno, e infino a tre miglia propinquo a Firenze predò e scorse ogni cosa.
     
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      I Fiorentini, dall'altra parte, non si sbigottirono, e prima che ogni altra cosa, attesono a tenere fermo il governo; del quale potevono poco dubitare per la benivolenza che Cosimo aveva nel popolo, e per avere ristretti i primi magistrati intra pochi potenti, i quali con la severità loro tenevono fermo, se pure alcuno vi fusse stato male contento o di nuove cose desideroso.


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Istorie fiorentine
di Niccolò Machiavelli
pagine 526

   





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