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      Tu per tanto ricevesti da noi uno insperato bene; e noi, per ricompenso, riceviamo da te uno insperato male. Né hai differito infino ad ora a dimostrarci lo iniquo animo tuo; perché non prima fusti delle nostre armi principe, che, contro ad ogni giustizia, ricevesti Pavia; il che ne doveva ammunire quale doveva essere il fine di questa tua amicizia. La quale ingiuria noi sopportammo, pensando che quello acquisto dovessi empiere con la grandezza sua l'ambizione tua. Ahimè! che a coloro che desiderano il tutto non puote la parte sodisfare. Tu promettesti che noi gli acquisti di poi da te fatti godessimo, perché sapevi bene come quello che in molte volte ci davi ci potevi in un tratto ritorre; come è stato dopo la vittoria di Caravaggio; la quale, preparata prima con il sangue e con i danari nostri, poi fu con la nostra rovina conseguita. O infelice quelle città che hanno contro alla ambizione di chi le vuole opprimere a difendere la libertà loro; ma molto più infelice quelle che sono con le armi mercennarie e infedeli, come le tue, necessitate a difendersi! Vaglia almeno questo nostro esemplo a' posteri, poi che quello di Tebe e di Filippo di Macedonia non è valuto a noi: il quale, dopo la vittoria avuta de' nimici, prima diventò, di capitano, loro nimico, e di poi principe. Non possiamo per tanto essere d'altra colpa accusati, se non di avere confidato assai in quello in cui noi dovavamo confidare poco; perché la tua passata vita, lo animo tuo vasto, non contento mai di alcuno grado o stato, ci doveva ammunire; né dovavamo


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Istorie fiorentine
di Niccolò Machiavelli
pagine 526

   





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