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      I Sanesi con buone parole gli ambasciadori riceverono, temendo di non essere prima disfatti che la lega li potesse difendere, e per ciò parve loro di addormentare quelle armi che non potevono sostenere. Vollono i Viniziani e il Re, secondo che allora si conietturò, per giustificare la guerra, mandare oratori a Firenze, ma quello de' Viniziani non fu voluto intromettere nel dominio fiorentino, e non volendo quello del Re solo fare quello uffizio, restò quella legazione imperfetta; e i Viniziani per questo cognobbono essere stimati meno da quelli Fiorentini che non molti mesi innanzi avevono stimati poco.
     
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      Nel mezzo del timore di questi moti, Federigo III imperadore passò in Italia per coronarsi, e a dì 30 di gennaio, nel 1451, entrò in Firenze con mille cinquecento cavagli, e fu da quella Signoria onoratissimamente ricevuto; e stette in quella città infino a dì 6 di febbraio, che quello partì per ire a Roma alla sua coronazione. Dove solennemente coronato, e celebrate le nozze con la imperadrice, la quale per mare era venuta a Roma, se ne ritornò nella Magna; e di maggio passò di nuovo per Firenze, dove gli furono fatti i medesimi onori che alla venuta sua. E nel ritornarsene, sendo stato dal marchese di Ferrara benificato, per ristorare quello, gli concesse Modena e Reggio. Non mancorono i Fiorentini, in questo medesimo tempo, di prepararsi alla imminente guerra, e per dare reputazione a loro e terrore al nimico, feciono, eglino e il Duca, lega con il re di Francia per difesa de' comuni stati; la quale con grande magnificenza e letizia per tutta Italia publicorono.


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Istorie fiorentine
di Niccolò Machiavelli
pagine 526

   





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