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      Era allora duce di Genova Pietro Fregoso. Costui, dubitando non potere sostenere l'impeto del Re, deliberò quello che non poteva tenere donarlo almeno ad alcuno che da' nimici suoi lo defendesse e qualche volta, per tale beneficio, gliene potesse giusto premio rendere. Mandò per tanto oratori a Carlo VII re di Francia, e gli offerì lo imperio di Genova. Accettò Carlo la offerta, e a prendere la possessione di quella città vi mandò Giovanni d'Angiò figliuolo del re Rinato, il quale di poco tempo avanti si era partito da Firenze e ritornato in Francia. E si persuadeva Carlo che Giovanni, per avere presi assai costumi italiani, potesse meglio che uno altro governare quella città; e parte giudicava che di quindi potesse pensare alla impresa di Napoli; del quale regno Rinato suo padre era stato da Alfonso spogliato. Andò per tanto Giovanni a Genova dove fu ricevuto come principe, e datogli in sua potestate le fortezze della città e dello stato.
     
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      Questo accidente dispiacque ad Alfonso, parendogli aversi tirato adosso troppo importante nimico, non di meno, per ciò non sbigottito, seguitò con franco animo la impresa sua e aveva già condotta l'armata sotto Villa Marina a Portofino, quando, preso da una subita infirmità, morì. Restorono, per questa morte, Giovanni e i Genovesi liberi dalla guerra; e Ferrando, il quale successe nel regno di Alfonso suo padre, era pieno di sospetto, avendo uno nimico di tanta reputazione in Italia, e dubitando della fede di molti suoi baroni, i quali desiderosi di cose nuove, ai Franzesi non si aderissino.


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Istorie fiorentine
di Niccolò Machiavelli
pagine 526

   





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