Pagina (401/526)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ai quali Cosimo rispose che era contento; ma che voleva che la legge si facesse ordinariamente e con volontà del popolo, e non per forza, pella quale per modo alcuno non gli ragionassero. Tentossi ne' Consigli la legge di fare nuova balia, e non si ottenne, onde che i cittadini grandi tornavano a Cosimo, e con ogni termine di umilità lo pregavano volesse acconsentire al parlamento; il che Cosimo al tutto negava come quello che voleva ridurli in termine che appieno lo errore loro cognoscessero. E perché Donato Cocchi trovandosi gonfalonieri di giustizia, volle senza suo consentimento fare il parlamento, lo fece in modo Cosimo da' Signori che con seco sedevano sbeffare, che gli impazzò, e come stupido ne fu alle case sue rimandato. Non di meno, perché non è bene lasciare tanto transcorrere le cose, che le non si possino poi ritirare a sua posta, sendo pervenuto al gonfaloniere della giustizia Luca Pitti, uomo animoso e audace, gli parve tempo di lasciare governare la cosa a quello, acciò, se di quella impresa s'incorreva in alcuno biasimo, fusse a Luca, non a lui, imputato. Luca per tanto, nel principio del suo magistrato, prepose al popolo molte volte di rifare la balia; e non si ottenendo, minacciò quelli che ne' Consigli sedevano con parole ingiuriose e piene di superbia. Alle quali poco di poi aggiunse i fatti; perché di agosto, nel 1458, la vigilia di Santo Lorenzo avendo ripieno di armati il Palagio chiamò il popolo in Piazza, e per forza e con le armi, gli fece acconsentire quello che prima volontariamente non aveva acconsentito.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Istorie fiorentine
di Niccolò Machiavelli
pagine 526

   





Cosimo Consigli Cosimo Cosimo Donato Cocchi Cosimo Luca Pitti Luca Consigli Santo Lorenzo Palagio Piazza