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      E così la virtù e fortuna sua spense tutti i suoi nimici, e gli amici esaltò.
     
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      Nacque nel 1389, il giorno di Santo Cosimo e Damiano. Ebbe la sua prima età piena di travagli, come lo esilio, la cattura, i pericoli di morte dimostrano; e da il concilio di Gostanza, dove era ito con papa Giovanni, dopo la rovina di quello, per campare la vita, gli convenne fuggire travestito. Ma passati i quaranta anni della sua età, visse felicissimo, tanto che, non solo quelli che si accostorono a lui nelle imprese publiche, ma quelli ancora che i suoi tesori per tutta la Europa amministravano della felicità sua participorono: da che molte eccessive ricchezze in molte famiglie di Firenze nacquono, come avvenne in quella de' Tornabuoni, de' Benci, de' Portinari e de' Sassetti; e dopo questi, tutti quelli che da il consiglio e fortuna sua dependevono arricchirono: talmente che, ben che negli edifizi de' templi e nelle limosine egli spendesse continuamente, si doleva qualche volta con gli amici che mai aveva potuto spendere tanto in onore di Dio che lo trovassi ne' suoi libri debitore. Fu di comunale grandezza, di colore ulivigno e di presenza venerabile. Fu sanza dottrina, ma eloquentissimo e ripieno d'una naturale prudenza; e per ciò era officioso nelli amici, misericordioso ne' poveri, nelle conversazione utile, ne' consigli cauto, nelle esecuzioni presto, e ne' suoi detti e risposte era arguto e grave. Mandogli messer Rinaldo degli Albizi, ne' primi tempi del suo esilio a dire che la gallina covava, a cui Cosimo rispose che la poteva mal covare fuora del nidio, e ad altri ribelli, che li feciono intendere che non dormivano disse che lo credeva, avendo cavato loro il sonno.


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Istorie fiorentine
di Niccolò Machiavelli
pagine 526

   





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