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      Dopo la quale conclusione, Iacopo, insieme con uno ambasciadore ducale e Drusiana sua moglie, se ne andò a Napoli; dove lietamente e onoratamente fu ricevuto e per molti giorni con ogni qualità di festa intrattenuto. Ma avendo domandato licenza per gire a Solmona, dove aveva le sue genti, fu da il Re nel Castello convitato, e appresso il convito, insieme con Francesco suo figliuolo, imprigionato, e dopo poco tempo morto. E così i nostri principi italiani quella virtù che non era in loro temevano in altri, e la spegnevano: tanto che, non la avendo alcuno, esposono questa provincia a quella rovina la quale, dopo non molto tempo, la guastò e afflisse.
     
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      Papa Pio, in questi tempi, aveva composte le cose di Romagna; e per ciò gli parve tempo, veggendo seguita universale pace, di muovere i Cristiani contro al Turco; e riprese tutti quelli ordini che da' suoi antecessori erano stati fatti; e tutti i principi promissono o danari o genti, e in particulari Mattia re d'Ungheria e Carlo duca di Borgogna promissono essere personalmente seco, i quali furono da il Papa fatti capitani della impresa. E andò tanto avanti il Pontefice con la speranza, che partì da Roma e andonne in Ancona, dove si era ordinato che tutto lo esercito convenisse; e i Viniziani gli avieno promessi navigi per passarlo in Stiavonia. Convenne per tanto in quella città, dopo lo arrivare del Pontefice, tanta gente che in pochi giorni tutti i viveri che in quella città erano e che dai luoghi vicini vi si potevano condurre mancorono, di qualità che ciascuno era dalla fame oppressato.


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Istorie fiorentine
di Niccolò Machiavelli
pagine 526

   





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