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      Oltra di questo non vi era danari da provederne quelli che ne avevano di bisogno, né arme da rivestire quelli che ne mancavano; e Mattia e Carlo non comparsono, e i Viniziani vi mandorono uno loro capitano con alquante galee, più tosto per mostrare la pompa loro, e di avere osservata la fede, che per potere quello esercito passare. Onde che il Papa, sendo vecchio e infermo, nel mezzo di questi travagli e disordini morì. Dopo la cui morte ciascheduno alle sue case se ne ritornò. Morto il Papa, l'anno 1465, fu eletto al pontificato Paulo II, di nazione viniziano. E perché quasi che tutti i principati di Italia mutassero governo, morì ancora, l'anno seguente, Francesco Sforza duca di Milano, dopo sedici anni ch'egli aveva occupato quel ducato, e fu dichiarato duca Galeazzo suo figliuolo.
     
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      La morte di questo principe fu cagione che le divisioni di Firenze diventassero più gagliarde e facessero i suoi effetti più presto. Poi che Cosimo morì, Piero suo figliuolo, rimaso erede delle sustanze e dello stato del padre, chiamò a sé messer Dietisalvi Neroni, uomo di grande autorità e secondo gli altri cittadini reputatissimo, nel quale Cosimo confidava tanto che commisse, morendo, a Piero che delle sustanze e dello stato al tutto secondo il consiglio di quello si governasse. Dimostrò per tanto Piero a messer Dietisalvi la fede che Cosimo aveva avuta in lui; e perché voleva ubbidire a suo padre dopo morte come aveva ubbidito in vita, desiderava con quello del patrimonio e del governo della città consigliarsi.


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Istorie fiorentine
di Niccolò Machiavelli
pagine 526

   





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