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      Finse per tanto avere ricevuta una lettera da messer Giovanni Bentivogli principe in Bologna, che gli significava come il marchese di Ferrara si trovava sopra il fiume Albo con gente, e che publicamente dicevono venire a Firenze. E così, sopra questo avviso, Piero prese l'arme, e in mezzo d'una grande moltitudine di armati ne venne a Firenze. Dopo il quale tutti quelli che seguivono le parti sue si armorono; e la parte avversa fece il simile; ma con migliore ordine quella di Piero, come coloro che erano preparati, e quegli altri non erano ancora secondo il disegno loro a ordine. Messer Dietisalvi, per avere le sue case propinque a quelle di Piero, in esse non si teneva securo; ma ora andava in Palazzo a confortare la Signoria a fare che Piero posasse l'arme, ora a trovare messer Luca, per tenerlo fermo nelle parti loro. Ma di tutti si mostrò più vivo che alcuno Niccolò Soderini, il quale prese l'arme, e fu seguitato quasi che da tutta la plebe del suo quartiere, e ne andò alle case di messer Luca, e lo pregò montasse a cavallo e venisse in Piazza a' favori della Signoria, che era per loro; dove senza dubio s'arebbe la vittoria certa, e non volesse, standosi in casa, essere o dagli armati nimici vilmente oppresso, o dai disarmati vituperosamente ingannato; e che a ora si pentirebbe non avere fatto, che non sarebbe a tempo a fare; e che, se e' voleva con la guerra la rovina di Piero, egli poteva facilmente averla; se voleva la pace, era molto meglio essere in termine da dare, non ricevere, le condizioni di quella.


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Istorie fiorentine
di Niccolò Machiavelli
pagine 526

   





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