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      Arrivati per tanto gli altri cittadini da Piero, uno di quelli, a chi era stato commesso il parlare, si dolfe de' tumulti nati nella città, mostrando come di quelli aveva maggiore colpa chi aveva prima prese l'arme; e non sapendo quello che Piero, che era stato il primo a pigliarle, si volesse, erano venuti per intendere la volontà sua, e quando la fusse al bene della città conforme, erano per seguirla. Alle quali parole Piero rispose come, non quello che prende prima le arme è cagione degli scandoli, ma colui che è primo a dare cagione che le si prendino; e se pensassero più quali erano stati i modi loro verso di lui, si maraviglierebbono meno di quello che per salvare sé avesse fatto: perché vedrebbono che le convenzioni notturne, le soscrizioni, le pratiche di torgli la città e la vita lo avevono fatto armare; le quali arme non avendo mosse dalle case sue, facevano manifesto segno dello animo suo, come per difendere sé, non per offendere altri, le aveva prese. Né voleva altro, né altro desiderava che la securtà o la quiete sua; né aveva mai dato segno di sé di desiderare altro; perché, mancata l'autorità della balia, non pensò mai alcuno estraordinario modo per renderliene, ed era molto contento che i magistrati governassero la città, contentandosene quelli. E che si dovevono ricordare come Cosimo e i figliuoli sapevono vivere in Firenze, con la balia e sanza la balia, onorati; e nel '58, non la casa sua, ma loro la avevano riassunta; e che, se ora non la volevono, che non la voleva ancora egli; ma che questo non bastava loro, perché aveva veduto che non credevono potere stare in Firenze standovi egli.


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Istorie fiorentine
di Niccolò Machiavelli
pagine 526

   





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