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      Le quali cose spaurirono i capi della fazione nimica; e messer Agnolo Acciaiuoli si fuggì a Napoli, messer Dietisalvi Neroni e Niccolò Soderini a Vinegia, messer Luca Pitti si restò in Firenze, confidandosi nelle promesse fattegli da Piero e nel nuovo parentado. Furono quelli che si erano fuggiti declarati rebelli, e tutta la famiglia de' Neroni fu dispersa; e messer Giovanni di Nerone, allora arcivescovo di Firenze, per fuggire maggiore male, si elesse voluntario esilio a Roma. Furono molti altri cittadini, che subito si partirono, in varii luoghi confinati. Né bastò questo, che si ordinò una processione per ringraziare Iddio dello stato conservato e della città riunita; nella solennità della quale furono alcuni cittadini presi e tormentati, e di poi parte di loro morti e parte posti in esilio. Né in questa variazione di cose fu esemplo tanto notabile quanto quello di messer Luca Pitti; perché subito si cognobbe la differenza quale è dalla vittoria alla perdita, da il disonore all'onore. Vedevasi nelle sue case una solitudine grandissima, dove prima erano da moltissimi cittadini frequentate; per la strada gli amici, i parenti, non che di accompagnarlo, ma di salutarlo temevano, perché a parte di essi erano stati tolti gli onori e a parte la roba, e tutti parimente minacciati; i superbi edifici che gli aveva cominciati furono dagli edificatori abbandonati; i beneficii che gli erano per lo adietro stati fatti si convertirono in ingiurie, gli onori in vituperii; onde che molti di quelli che gli avieno per grazia alcuna cosa donata di grande prezzo, come cosa prestata ridomandavano; e quelli altri che solevono insino al cielo lodarlo, come uomo ingrato e violento lo biasimavano.


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Istorie fiorentine
di Niccolò Machiavelli
pagine 526

   





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