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      Aveva costui credito grande ed era, secondo gli altri mercatanti, estimato ricchissimo. Mostrorono questi nuovi ribelli a Giovan Francesco la facilità del ripatriarsi, quando e Viniziani ne facessero impresa; e facilmente credevono la farieno, quando si potesse in qualche parte contribuire alla spesa; dove altrimenti ne dubitavano. Giovan Francesco, il quale desiderava vendicarsi delle ingiurie ricevute, credette facilmente a' consigli di costoro, e promesse essere contento concorrere a questa impresa con tutte le sue facultà. Donde che quelli se ne andorono al Doge, e con quello si dolfono dello esilio, il quale non per altro errore dicevano sopportare, che per avere voluto che la patria loro con le leggi sue vivesse e che i magistrati, e non i pochi cittadini, si onorassero: perché Piero de' Medici con altri, suoi seguaci, i quali erano a vivere tirannicamente consueti, avevono con inganno prese le armi, con inganno fattole posare a loro, e con inganno cacciatigli poi della loro patria; né furono contenti a questo, che eglino usorono mezzano Iddio ad opprimere molti altri che sotto la fede data erano rimasi nella città; e come nelle publiche e sacre cerimonie e solenni supplicazioni, acciò che Iddio de' loro tradimenti fusse partecipe, furono molti cittadini incarcerati e morti: cosa d'uno impio e nefando esemplo. Il che per vendicare non sapevono dove con più speranza si potere ricorrere che a quel Senato; il quale, per essere sempre stato libero, doverrebbe di coloro avere compassione che avessero la sua libertà perduta.


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Istorie fiorentine
di Niccolò Machiavelli
pagine 526

   





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