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      Perché, mentre che i Medici di pari di autorità e di riputazione con alcune dell'altre famiglie combattevono, potevono i cittadini che alla loro potenza avevono invidia apertamente a quelli opporsi, sanza temere di essere ne' principii delle loro nimicizie oppressi, perché, sendo diventati i magistrati liberi, niuna delle parti, se non dopo la perdita, aveva cagione di temere. Ma, dopo la vittoria del '66, si ristrinse in modo lo stato tutto a' Medici, i quali tanta autorità presono, che quelli che ne erano mal contenti conveniva o con pazienza quel modo del vivere comportassero, o, se pure lo volessero spegnere, per via di congiure e secretamente di farlo tentassero: le quali perché con difficultà succedono, partoriscono il più delle volte a chi le muove rovina, e a colui contro al quale sono mosse grandezza. Donde che quasi sempre uno principe d'una città, da simili congiure assalito, se non è come il duca di Milano ammazzato, il che rade volte interviene, saglie in maggiore potenza, e molte volte, sendo buono, diventa cattivo; perché queste, con lo esemplo loro, gli danno cagione di temere, il temere di assicurarsi, l'assicurarsi di ingiuriare: donde ne nascono gli odii, di poi, e molte volte la sua rovina. E così queste congiure opprimono subito chi le muove, e quello contro a chi le son mosse in ogni modo con il tempo offendono.
     
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      Era la Italia, come di sopra abbiamo dimostro, divisa in due fazioni: Papa e Re da una parte; da l'altra Viniziani, Duca e Fiorentini; e benché ancora infra loro non fusse accesa guerra, non di meno ciascuno giorno infra essi si dava nuove cagioni di accenderla; e il Pontefice massime, in qualunque sua impresa, di offendere lo stato di Firenze s'ingegnava.


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Istorie fiorentine
di Niccolò Machiavelli
pagine 526

   





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