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      Sendo adunque preparati gli ucciditori, quegli a canto a Lorenzo, dove, per la moltitudine che nel tempio era, facilmente e sanza sospetto potevono stare, e quegli altri insieme con Giuliano, venne l'ora destinata; e Bernardo Bandini, con una arme corta a quello effetto apparecchiata, passò il petto a Giuliano, il quale dopo pochi passi cadde in terra; sopra il quale Francesco de' Pazzi gittatosi, lo empié di ferite; e con tanto studio lo percosse, che, accecato da quel furore che lo portava, se medesimo in una gamba gravemente offese. Messer Antonio e Stefano, dall'altra parte, assalirono Lorenzo, e menatogli più colpi, di una leggieri ferita nella gola lo percossono; perché, o la loro negligenzia, o lo animo di Lorenzo, che, vedutosi assalire, con l'arme sua si difese, o lo aiuto di chi era seco, fece vano ogni sforzo di costoro. Tale che quegli, sbigottiti, si fuggirono e si nascosono; ma di poi ritrovati, furono vituperosamente morti e per tutta la città strascinati. Lorenzo dall'altra parte, ristrettosi con quegli amici che gli aveva intorno, nel sacrario del tempio si rinchiuse. Bernardo Bandini, morto che vide Giuliano, ammazzò ancora Francesco Nori, a' Medici amicissimo, o perché lo odiasse per antico, o perché Francesco di aiutare Giuliano s'ingegnasse; e non contento a questi duoi omicidii corse per trovare Lorenzo e supplire con lo animo e prestezza sua a quello che gli altri per la tardità e debilezza loro avevono mancato, ma trovatolo nel sacrario rifuggito, non potette farlo.


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Istorie fiorentine
di Niccolò Machiavelli
pagine 526

   





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