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      E perché la gioventù fiorentina potesse negli studi delle lettere esercitarsi, aperse nella città di Pisa uno studio, dove i più eccellenti uomini che allora in Italia fussero condusse. A fra' Mariano da Ghinazzano, dell'ordine di Santo Agostino, perché era predicatore eccellentissimo, uno munistero propinquo a Firenze edificò. Fu dalla fortuna e da Dio sommamente amato, per il che tutte le sue imprese ebbono felice fine e tutti i suoi nimici infelice: perché oltre ai Pazzi, fu ancora voluto, nel Carmine da Batista Frescobaldi, e nella sua villa da Baldinotto da Pistoia, ammazzare; e ciascuno d'essi, insieme con i consci de' loro segreti, dei malvagi pensieri loro patirono giustissime pene. Questo suo modo di vivere, questa sua prudenza e fortuna, fu dai principi, non solo di Italia, ma longinqui da quella, con ammirazione cognosciuta e stimata: fece Mattia re d'Ungheria molti segni dell'amore gli portava, il Soldano con i suoi oratori e suoi doni lo vicitò e presentò; il gran Turco gli pose nelle mani Bernardo Bandini, del suo fratello ucciditore. Le quali cose lo facevano tenere in Italia mirabile. La quale reputazione ciascuno giorno, per la prudenzia sua cresceva; perché era, nel discorrere le cose eloquente e arguto, nel risolverle savio, nello esequirle presto e animoso. Né di quello si possono addurre vizi che maculassero tante sue virtù, ancora che fusse nelle cose veneree maravigliosamente involto, e che si dilettasse di uomini faceti e mordaci, e di giuochi puerili, più che a tanto uomo non pareva si convenisse, in modo che molte volte fu visto, intra i suoi figliuoli e figliuole intra i loro trastulli mescolarsi.


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Istorie fiorentine
di Niccolò Machiavelli
pagine 526

   





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