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      Il re d'Inghilterra, se fusse un privato cavaliere sarebbe brutto, ma perché egli è re arriva a passar per uomo ben fatto. Ha la vita nondimeno assai bella, ed in ogni suo gesto è sciolto e avvenente della persona. Il suo colorito è bruno, ma d'un bruno che dà nel nero, neri i suoi capelli e nerissime le basette e le grosse ciglia. Gli occhi son chiari e lustranti, ma incassati stranamente nella fronte, il naso grande ed ossuto ma però ben fatto, la bocca larga e le labbra sottili, col mento corto e le guance segnate a traverso sotto gli occhi da due righe o grinze risentite e profonde, che partendosi dalla metà del naso s'avanzano verso l'estremità degli occhi, benché, a poco a poco assottigliandosi, prima d'arrivar svaniscono. Porta parruca quasi del tutto nera, la quale, per esser molto granata, in sulla fronte gli accresce tristezza, senza però darli alcuna tintura d'orrore: essendo bensì la sua aria funesta, ma non orrida; anzi, che una certa apparenza di riso, che gli viene dalla larghezza della bocca, rischiara e rammorbidisce talmente il crudo delle sue fattezze, che piuttosto alletta che atterrisce.
      Della religione se la passa con disinvoltura: ma quando fosse obbligato a rifletterci, non crederebbe che fussi salute fuori della cattolica. Ha spirito grande e capace, e collo spirito maturità di senno e chiarezza meravigliosa d'intendimento. Niuno meglio di lui intende gli affari e niuno maneggia con più padronanza il politico.


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Relazioni di viaggio in Inghilterra Francia e Svezia
di Lorenzo Magalotti
pagine 427

   





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