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      Parla come nativo le quattro lingue: spagnola, francese, italiana e todesca, benché sia della Franca Contea. Scrive a meraviglia e parla sempre come egli scrive, infervorandosi così presto nel ragionamento che, lasciando la forma di discorso familiare e passando agli argomenti, deduce le sue ragioni con sì belle prove e le illustra con sì belli esempi, che par piuttosto di sentir leggere un libro che parlare un uomo. Conosce però quel ch'ei vale, ed è grande svantaggio di chi si ritrova seco ed ha le mani negli stessi affari, potendo esser certo che la figura la vuol far egli; e spesso si scorda troppo interamente del compagno per salvar l'apparenza, com'è intravvenuto ora in questi negoziati di lega tra l'Inghilterra e l'Olanda, nei quali il conte di Molina, con tutto il carattere d'ambasciatore, ha ricevuto gli oracoli dall'inviato cesareo, benché si agisse principalmente dell'interesse del suo padrone.
      È il barone uomo di somma religione verso Dio e di zelo ardentissimo verso il suo prencipe; del resto è uomo onnipotente, e che non ha misura nella forza delle sue parole e nella efficacia dei maneggi ch'egli inventa per operare. Insomma il maggior ministro che abbia forse la casa d'Austria e forse l'Europa tra le corti dei prencipi. È ammogliato e la moglie, che comincia a esser d'età, benché raffinata seco in tutti i viaggi, in tutte le corti e fino per l'armate di Pollonia e negli assedii, dove si trovò la regina o il marito, con tutto ciò non ha quel tratto né quella nobiltà di maniera che da una tal donna s'aspetterebbe.


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Relazioni di viaggio in Inghilterra Francia e Svezia
di Lorenzo Magalotti
pagine 427

   





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