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      DELLA CITTÀ DI LONDRA
     
      Londra faceva innanzi l'incendio centotrenta parrochie, delle quali ne rimasero abbruciate novantatré. Anime, si fa conto che ne faccia al presente, secondo calcoli molto aggiustati, trecentottantaquattromila. Case abbruciate, tredicimila; case finite di rifabbricare e tornate ad abitarsi, sopra duemila; case cominciate, anzi più che ammezzate, delle quali più che la metà potranno abitarsi l'anno avvenire, da cinque in seimila. Il legno, fuori che per le soffitte, i palchi, li pavimenti, è bandito dalle nuove fabbriche, le quali si fanno tutte di mattoni e s'adornano con ringhiere di ferro dipinte di turchino e toccate d'oro. L'architettura è buona e per tutti v'è obbligo di seguitare appresso a poco un istesso disegno.
      Le carrozze a vettura sparse per la città erano innanzi all'incendio sopra mille: ora son ridotte intorno a cinquecento, attesa la minor necessità di esse per il commercio levato da tutte le parti della città distrutta dal foco. Si pagano uno scellino l'ora, che è dodici soldi, e la prim'ora sei soldi di vantaggio, che son diciotto. Non si paga mai meno di un'ora, per breve che sia il viaggio fatto con esse.
      Barche sul Tamigi, cioè barchette sottilissime a due remi, sopra mille. A traversare il fiume si paga sei soldi, e per lo lungo, cioè da Westminster al Ponte, l'istesso. A passare il Ponte, se fusse per due soli passi, si raddoppia. In queste barche v'entrano assai comodamente sei persone e due rematori; se v'è un remator solo, tre soldi.


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Relazioni di viaggio in Inghilterra Francia e Svezia
di Lorenzo Magalotti
pagine 427

   





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