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      Gli dissi che in materia d'origini l'accademia aveva fatto grande acquisto con la persona di m.r d'Erbelot, il quale ne aveva già fornito molto ingegnosissime cavate dalle radici della lingua arabica e della persiana, mostrandone la derivazione appoggiata a buonissimi fondamenti. Se ne rise asserendo che da questi fonti la nostra lingua non ha attinto pur una gocciola, e tutto questo con una magistralità come s'egli fosse il Bembo, il Casa o il cavalier Salviati, quando le sue, almeno quelle ch'egli stima tanto, sono una spezie d'indovinelli fatti a capriccio, i quali al più mostrano la possibilità della derivazione ma non n'adducono alcun riscontro. Con questo
      finii la visita, ed io me ne andai al corso della regina.
      Oggi sono stato da m.r Chapelain, il quale ho trovato travagliando d'una sua invecchiata indisposizione che lo sottopone agli incomodi della pietra, benché i cerusici non credino ch'ella vi sia. È però penoso il suo male e di gran suggezione, impedendogli egualmente il muoversi e il farsi portare, non senza un notabil debilitamento della facultà ritenitiva, per cui viene spesso obbligato a ritirarsi per breve tempo dalla conversazione. Quanto ha di buono è che il suo male fa seco di lunghe tregue, nel qual tempo riman così sano quanto si può pretendere da un'età grave e da un temperamento per se stesso non vigoroso ed al presente fuor di modo infiacchito. Questo veramente è un di quegli uomini che bisognerebbe poter rimpastare, e certo una conversazione di due ore aùta seco a me è stata d'avanzo per farmene innamorare.


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Relazioni di viaggio in Inghilterra Francia e Svezia
di Lorenzo Magalotti
pagine 427

   





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