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      mercanzie che mandano fuori di Svezia, di modo che il danaroche hanno per supplire a ciò che portano di mercanzie, meno di
      quello che ne conducono fuori, sta sempre impiegato, e quelloche va riscotendosi in molte volte serve per disimpegnarlo e per
      rinvestire: talmente, che il danaro non si ferma punto nelle lormani e così non ne hanno per fornire gl'altri per via del cambio.
      Oltre di ciò pagano le mercanzie dazi grandissimi, i quali nonscemano, benché sia scemato il valore delle robe: e de fatto le
      saie d'Inghilterra pagano tanto di dazio ora che sono in abbondanza,
      quanto facevano una volta che erano meno comuni inInghilterra, e perciò più care in Svezia, e per conseguenza vi si
      faceva sopra miglior negozio. Il far le frodi in mercanzie grosseguadagnandosi i maestri de' tolli vien supposto per difficile, perché
      i loro luoghi sono sempre, come da per tutto, appostati damolti; e come qui il bisogno è grande, applicano, con maggior
      premura che altrove, a scoprire gl'altrui mancamenti per levarglid'uffizio. Si aggiugne che un maestro di tolli che pigli una volta
      cento lire sterline è divenuto, per così dire, schiavo, e bisogna chenell'avvenire meni buono tutto ciò che l'industria di quel tal
      mercante gli saprà domandare di ricompensa, sì come quello chegli ha le mani ne' capelli.
     
      Portano gl'Inglesi nel Regno di Svezia del lor panno, calzettidi seta, tabacco, zucchero, ogni sorta di spezierie, piombo ed anco
      tele dipinte dell'India, ma di queste non in molta quantità. Cavanodal Regno pece, catrame, rame, fil di ferro, alberi di Gotteburg


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Relazioni di viaggio in Inghilterra Francia e Svezia
di Lorenzo Magalotti
pagine 427

   





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