Pagina (384/427)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      n. 2(32), benché sia diverso il restante. Si costuma per la maggiorparte di fare i viaggi d'inverno, per la comodità che rendono
      i fiumi ed i laghi diacciati di valersi delle slitte, facendone suldiaccio file di dieci e quindici, benché non sia ciò senza pericolo,
      perché è quasi inevitabile il morir di freddo a chi di notte s'addormentanelle slitte; eppure per la brevità del giorno è necessario
      far la maggior parte del viaggio di notte, nel quale tempo quelliche s'addormentano cominciano per ordinario a sentire un certo
      dolore nel filo delle reni, al quale succedendo torpore di membrie di sensi, si muoiono. Oltre questo se ne corre un altro considerabilissimo,
      ed è che alle volte rompendosi il diaccio resta affondatala slitta e 'l viandante: ed è così poco straordinario questo
      accidente che non arreca più né maraviglia né terrore, né se nefa più caso, onde gl'altri che lo seguono, senza altra diligenza
      che sfuggir la buca, tirano francamente innanzi il loro cammino.
     
      Il tempo, nel quale con sicurezza si pratica il diaccio in Svezia,
      non è prima che intorno a Natale, durando quasi a tuttomarzo. Da principio non è il diaccio più grosso di una spanna
      ed è sicuro, dove l'aprile, che è alto due braccia, è molto fallace,
      avendo cominciato già a far pelo in più luoghi. In Danimarca pure
      è grossissimo, benché sempre pericoloso: e di qui nasce il proverbioin Svezia, che d'aprile tutto il diaccio è danese, alludendo
      al carattere della nazione, tenuta da loro falsa e di poca fede.
     
      Non vi è senza dubbio paese alcuno nel quale i passeggeri


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Relazioni di viaggio in Inghilterra Francia e Svezia
di Lorenzo Magalotti
pagine 427

   





Svezia Natale Danimarca Svezia