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      L’esperienza è tale.
      Sia il vaso di cristallo (14) A B C che abbia la sua canna B C lunga due braccia ed aperta in C. Sia inoltre il bicchier lungo D E F, il quale pieno d’argentovivo sia vaso d’immersione alla canna B C; ma vaso tale, che non solamente ella vi si possa immergere come l’altre, ma possa bisognando esservi ricevuta in tutto o in gran parte come in un fodero. Sia ancora un altro vaso (15) G H I, in ogni sua parte simile, e per quanto si può uguale al primo A B C, e in esso fatto al solito il voto s’osservi l’altezza K L ove in quel giorno s’equilibra l’argento. Poi s’empia d’argentovivo il vaso A B C, della XIV figura, per la bocca C fino in M, ed il rimanente spazio M C si lasci occupare all’aria. Egli è manifesto che turando col dito la bocca C e capovoltando il vaso, la piccola mole d’aria lasciata M C salirà per entro l’argento a pigliar suo luogo in A. Si tuffi allora la bocca C sotto ’l livello D F, e levato il dito si faccia il voto. Si ridurrà l’argento all’altezza P Q. Misurisi questa, e trovandosi uguale all’altezza K L del vaso G H I, dove non è rimasta punto d’aria che possa alterarla, sarà segno che il cilindro d’argento P Q non è punto sforzato dalla piccola mole d’aria M C; imperocché all’intera dilatazione e al totale spiegamento di quella, lo spazio lasciato voto da A fino in P debb’esser soperchio. Vadasi ora a poco a poco profondando sotto l’argento D F la canna B C, si che via via innalzandosi il livello P, come in R, si vada successivamente scemando lo spazio P B A lasciato libero all’aria; e si badi a profondare infinattanto che l’altezza R Q non si vede incominciare a venir minore della K L. E notisi che il punto R è termine fisso ed immutabile di tutte l’altezze de’ cilindri d’argento uguali a K L, poiché tutti li susseguenti verso B, dependenti da più profonda immersione di canna, si trova che vanno successivamente diminuendosi: onde pare che possa probabilmente credersi il vano rimanente del vaso R B A rimaner tutto occupato dall’aria dilatatasi, poiché dal punto R in su si vede manifestamente che il cilindro dell’argentovivo che le sta sotto patisce forza: contrassegno evidente (al parer d’alcuni) che la mole d’aria M C non vuol meno dello spazio A B R per avere il suo pieno respiro.


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Saggi di naturali esperienze fatte nell'Accademia del Serenissimo Principe Leopoldo di Toscana e descritte dal Segretario di essa Accademia Lorenzo Magalotti
di Lorenzo Magalotti
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Sia Misurisi