Pagina (40/165)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Forata poi la vescica, onde ritorni l’aria a premere sopra il livello dell’acqua I L, tornerà la canna a riempiersi com’era prima.
      Fu creduto per alcuni che il non ridursi da principio quando si fa il voto l’acqua della canna allo stesso livello di quel del vaso ( ogni volta che lo spazio voto A I sia capace di riceverla) potesse venire dalla cagione accennata nell’esperienza antecedente, cioè di quell’aria la qual si leva dall’acqua e sale nello spazio voto, forse troppo angusto per lo di lei intero ricrescimento. Quindi pensarono che facendosi quest’esperienza con vino, con olio, con acquarzente e con altri liquori, dal voto maggiore o minore che rimanesse dentro la canna si potesse venire in cognizione di qual tra’ fluidi abbia seminata più aria tra le sue parti.
     
     
     
      ESPERIENZA
     
      FATTA PRIMA IN FRANCIA E POI RISCONTRATA NELLA NOSTRAACCADEMIA, DONDE PARE CHE SI RITRAGGA PIÙ FORTE ARGOMENTO
      PER LA PRESSIONE DELL’ARIA
     
      Scrive il Pecquet nel libro delle sue nuove esperienze anatomiche essersi per molti osservato che l’altezza dell’argentovivo dentro a’ vasi del voto si varia secondo i luoghi dove si fa l’esperienza; onde ne’ siti più rilevati è minore, maggiore ne’ più bassi e profondi, purché tale altezza sia molto considerabile, come quella si è delle più alte montagne d’Alvernia, in cima alle quali l’argento non si dee reggere a un pezzo all’ordinaria misura. Ciò è stato detto accadere, imperocché l’aura più alta la qual si ritrova in su gli eccelsi gioghi de’ monti, come quella che ha tanto meno carico sopra di sé, fa un premer più languido, né ha fiato che vaglia a sostener l’argento a quell’altezza medesima alla quale il più fondo aere delle valli e delle pianure più basse ha forza di sollevarlo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Saggi di naturali esperienze fatte nell'Accademia del Serenissimo Principe Leopoldo di Toscana e descritte dal Segretario di essa Accademia Lorenzo Magalotti
di Lorenzo Magalotti
pagine 165

   





Pecquet Alvernia