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      Assicurati noi dunque che la forza dell’aria non era così violenta, che le mesture, gli stucchi e le vesciche fortemente legate a bastanza non le resistessero, abbiamo usato i vasi aperti dall’una e dall’altra parte, come s’è veduto infinquì, e come finalmente abbiamo fatto in questo. Diremo per tanto degli accidenti osservati in diversi animali racchiusi in questo vaso, che sono i seguenti.
     
      Una Mignatta per più d’un’ora ch’ella vi stette si mantenne viva e sana, liberamente muovendosi come s’ella fosse nell’aria. Lo stesso fece una Lumaca di quelle spogliate; né fu in esse osservata una minima cosa dalla quale si potesse argumentare che la privazione dell’aria facesse lor nulla.
     
      Due Grilli vi si mantennero per lo spazio d’un quarto d’ora vivacissimi, muovendosi sempre ma non saltando. All’entrar dell’aria spiccaron salti.
     
      Una Farfalla, o ch’ell’avesse patito innanzi nel venir brancicata con le mani mettendola nel vaso, o si patisse poi per la privazione dell’aria, certa cosa è che appena fatto il voto parve priva di movimento, scorgendosi a gran fatica un tromolìo languidissimo nelle sue ali. Sventolaron bene all’entrar dell’aria, ma non si poté ben discernere se l’animale o ’l vento se le muvesse. Indi a poco cavata dal vaso si trovò morta.
     
      Evvi una spezie di Mosche più grosse dell’altre dette volgarmente Mosconi, i quali volando fanno ronzìo per l’aria col frullar dell’ale. Uno di questi, che dopo chiuso nel vaso continuava a ronzare assai forte, subito che fu fatto il voto abbandonandosi interamente si lasciò ir come morto, e le stridenti ale si tacquero.


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Saggi di naturali esperienze fatte nell'Accademia del Serenissimo Principe Leopoldo di Toscana e descritte dal Segretario di essa Accademia Lorenzo Magalotti
di Lorenzo Magalotti
pagine 165

   





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