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      Introdotta l’aria sgonfiò in un tratto, restando sformato e smunto con ultima e paurosa magrezza, a tal ch’ei fu giudicato essere stato il doppio più grosso allora ch’ei si messe nel vaso. Quando si cavò era morto. Era ben vivo il Granchio (come di sopra s’è detto), ma s’estese a pochi momenti questo suo vivere.
     
      Un altro Ranocchio gonfiò anch’egli deformemente, e dopo ch’egli ebbe gettata roba per bocca e fatta grandissima bava, ritornato a vedere a capo d’una mezz’ora si trovò morto. All’entrar dell’aria divenne ancor esso sparuto e smunto come l’altro divenuto era. Apertogli da un diligente Notomista il torace, da principio non se gli trovavano i polmoni, tanto erano raggricchiati in sé stessi per votamento d’aria. Pure soffiando per un fil di paglia in quel meato ch’egli hanno sotto la lingua per pigliar fiato, si dispiegarono; onde si vedde, che la maggior parte dell’aria che v’era dentro quando l’animale fu rinchiuso, era venuta fuori a goder il benefizio di dilatarsi nello spazio voto senza lesione alcuna de’ suddetti vasi, perocché gonfiati non isfiatavano.
     
      Si serrarono ancora alcuni Pescetti vivacissimi con sufficiente acqua, i quali subito fatto il voto si videro notabilmente gonfiare e quasi stramortiti venirne con la pancia all’aria. Più volte fecer forza di rimettersi con la schiena per di sopra, ma e’ non riuscì loro, poiché ritornavan sempre supini. L’aria finalmente li fece dar in fondo, dove senza potersi mai più riavere si morirono. Appresso sparandone uno in paragone d’un altro tagliato vivo e che non era stato nel voto, in quello ricercando l’interiora si trovò affatto sgonfia la vescichetta dell’aria, in questo era ritondetta e soda come ordinariamente suol’esser quella di tutti i pesci.


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Saggi di naturali esperienze fatte nell'Accademia del Serenissimo Principe Leopoldo di Toscana e descritte dal Segretario di essa Accademia Lorenzo Magalotti
di Lorenzo Magalotti
pagine 165

   





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