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      PRIMA ESPERIENZA
     
      S’è già detto nelle precedenti esperienze che i ghiacci artifiziali nell’accennata sorta di vasi nascono da principio assai teneri, particolarmente in comparazione di quelli che si fanno all’aria d’inverno, i quali benché non si fermino con tanta velocità cominciando da un sottilissimo velo e da vene capillari e invisibili, nondimeno quelle vene e quei veli, toltane la fragilità che vien loro dall’estrema sottigliezza, son di materia più dura e per così dire d’un ghiaccio più cristallino e asciutto. È bene ammirabile stravaganza quella che per molt’anni abbiamo veduta nell’osservazione de’ naturali agghiacciamenti. Poiché messa dell’acqua attinta da una stessa fonte in diversi vasi, come di terra, di metalli e di vetro; in bicchieri cupi ed in tazze sparse; altri scemi, altri colmi; altri chiusi, altri aperti, come anche in varie maniere di guastade e di bocce, quali turate semplicemente col cotone, e quali sigillate alla fiamma; tutti nello stesso luogo al sereno, anzi accostati l’un all’altro sopra una stessa tavola; quando s’è agghiacciata prima la poc’acqua della molta, quando la molta prima della poca, e così nel rimanente, senz’alcun riguardo alla forma o alla pienezza de’ vasi. Quanto alla materia ci par di poter dire asseverantemente che la terra fa più presto de’ metalli e del vetro. Del resto niun’altra cosa abbiamo ritrovato così costante come la perpetua irregolarità di tutti gli accidenti; e fra l’altre vi sono stati di que’ vasi, che allato a quelli che hanno agghiacciato in capo a un’ora, sono stati tutta la notte quant’ella è lunga senza né pure incominciare a far velo.


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Saggi di naturali esperienze fatte nell'Accademia del Serenissimo Principe Leopoldo di Toscana e descritte dal Segretario di essa Accademia Lorenzo Magalotti
di Lorenzo Magalotti
pagine 165