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      Di poi cominciammo a martellarla leggiermente per ogni verso, onde ammaccato l’argento (il quale per la sua crudezza non comporta d’assottigliarsi e distendersi come farebbe l’oro raffinato o il piombo o altro metallo più dolce) veniva a ristrignersi e scemare la sua interna capacità senza che l’acqua patisse una minima compressione; poiché ad ogni colpo si vedea trasudare per tutti i pori del metallo a guisa d’argento vivo il quale da alcuna pelle premuto minutamente sprizzasse.
     
      Ecco quanto da queste tre esperienze abbiamo saputo raccorre. Se poi replicate le medesime dentro a vasi di maggior resistenza, e se crescendo nella prima la rarefazione dell’acqua e sì la premente forza dell’aria, nella seconda l’altezza del cilindro dell’argento vivo, e nell’ultima facendo successivamente più e più ricca d’argento la grossezza della palla, s’arrivasse una volta a comprimer l’acqua, ciò non possiam noi dire. Questo è infallibile che l’acqua in paragone dell’aria resiste, per così dire, per infinite volte più alla compressione; il che conferma ciò che s’è detto da principio, che quantunque l’esperienza non giunga sempre all’ultima verità ricercata, vuol ben dir cattivo che alcun piccolo lume non ne dimostri.
     
      ESPERIENZE PER PROVARECHE NON V’È LEGGEREZZA
      POSITIVA
     
      È antica e famosa quistione se quelle cose che leggiere comunemente si chiamano lo siano di lor natura, e vadano di propria voglia all’insù, o vero non altro sia il loro salire che uno scacciamento fatto di esse dalle cose più gravi; le quali avendo più vigore e più lena per discendere e posarsi più abbasso, te le spremano (per così dire) e costringano a andare in alto.


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Saggi di naturali esperienze fatte nell'Accademia del Serenissimo Principe Leopoldo di Toscana e descritte dal Segretario di essa Accademia Lorenzo Magalotti
di Lorenzo Magalotti
pagine 165