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      Pure tali quali elle sono non s’è voluto tacerle, non avendo noi altro intendimento che di communicare, per poco ch’e’ sia, tutto quello che ci ha sembianza di vero.
     
      PRIMA ESPERIENZA
     
      PER VENIR IN CHIARO SE DAL FERRO O DALLO ACCIAIO IN FUORI VI SIA ALCUN CORPO SOLIDO E FLUIDO, IL QUALE POSTO TRA ’L FERRO E LA CALAMITA RECHI ALCUNA ALTERAZIONE, O NEGHI INTERAMENTE IL PASSO ALLA VIRTÙ SUA
     
     
      S’accomodi da una parte della cassetta di legno A B C D una bussola, (96) incontro alla di cui lancetta risguardante il punto E, si muova dalla parte opposta della cassetta la Calamita, la quale se le venga lentamente appressando finché la lancetta cammini un grado, cioè venga da E in F. Fermisi allora la Calamita, e nello spazio che riman voto nella cassetta tra lei e la bussola si mettano o vasi di vetro con argento vivo o di legno pieni di rena o di limatura di metalli, purché non sia di ferro o d’acciaio, o solidi parallelepipedi fatti degli stessi metalli o di diverse pietre o di marmi, che sempre si vedrà la lancetta trattenersi immobile nel punto F. S’empiano finalmente gli stessi vasi con acquarzente e se le dia fuoco, che né meno il tratto di quella fiamma dissiperà quella virtù che trattien la lancetta in F , e solo per una sottil laminetta di ferro o d’acciaio, com’è già noto, si vedrà disciorsi e ritornare in E. E non solamente le suddette cose non rompono l’attività magnetica, ma avendo noi rammontati l’un sopra l’altro cinquanta piatti d’oro, vedemmo un ago messo in su l’ultimo piatto per di sopra obbedire a’ moti d’una Calamita mossa rasente il fondo di quel di sotto.


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Saggi di naturali esperienze fatte nell'Accademia del Serenissimo Principe Leopoldo di Toscana e descritte dal Segretario di essa Accademia Lorenzo Magalotti
di Lorenzo Magalotti
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